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domenica 19 novembre 2017

Il quarto stato

Proletari di tutto il mondo unitevi!
L'appello con cui si era chiuso il Manifesto del partito comunista di Karl Marx non aveva lasciato indifferente la società del secondo Ottocento, ormai avviata verso la seconda rivoluzione industriale e l'emancipazione operaia.
Nel 1891, dopo aver assistito ad una manifestazione da parte di alcuni operai per le precarie condizioni di lavoro, Pellizza da Volpedo decise di riproporre quell’esatto momento in un dipinto.
Nel giro di qualche mese il lavoro venne completato: i protagonisti erano tre uomini che marciavano verso l’osservatore, con alle spalle una grande folla che li seguiva all’interno della piazza Malaspina a Volpedo.


“Ambasciatori della fame” , 1891, Giuseppe Pellizza da Volpedo
Questo piccolo abbozzo, intitolato Ambasciatori della fame, costituirà, successivamente, il nucleo centrale del Quarto stato.
Nel 1895, nella continua rielaborazione dell’opera, l’artista abbandonò la precedente struttura presente all’interno degli Ambasciatori della fame per inserire, invece, un numero sempre maggiore di persone al seguito dei tre protagonisti, trasformando così l’opera nella celebre Fiumana.

“Fiumana”, 1898,  Giuseppe Pellizza da Volpedo
Oltre all’integrazione di tanti nuovi protagonisti, l’artista decise di cambiare anche i colori della scena, utilizzando tonalità che spaziavano dal blu fino al verde per lo sfondo; inoltre, eliminò anche la presenza di ombre in primo piano, in modo tale da conferire maggiore attenzione alla folla piuttosto che all’ambiente.
Tra le innumerevoli aggiunte introdotte all’interno della Fiumana è da citare anche la presenza di una donna in primo piano che regge un bambino tra le sue braccia: l'umanità e il suo futuro si celano dietro questa immagine simbolica. 
Fino al 1898, l’artista continuò a lavorare su questa scena, apportando varie modifiche specie dopo  i Moti di Milano, ed in particolare il massacro ad opera di Bava-Beccaris.
In questi anni, trasformò la grande fiumana di persone, in un gruppo a cuneo rivolto verso lo spettatore; i protagonisti, ora non erano più semplici uomini, ma erano diventati dei lavoratori, i quali avevano trasformato la propria lotta per i diritti in una lotta politica.
Con questo repentino cambio di significato, l’artista scelse di modificare il titolo dell’opera dalla Fiumana al Cammino dei lavoratori. Nel 1901, infine, terminate le modifiche strutturali, nacque, in maniera definitiva, Il quarto stato
Il quarto stato, 1901

Gli uomini e le donne marciano sicuri per la piazza (che probabilmente è ancora quella di Malaspina di Volpedo), con un passo lento e deciso, lasciando intuire che la vittoria è ormai nelle loro mani: l’obiettivo era quello di celebrare la vittoria della classe operaia, e non più, rappresentare, più semplicemente, un evento isolato. L'analisi di Karl Marx trovava così il suo manifesto artistico nel movimento delle masse di lavoratori verso la rivendicazione dei loro diritti.
L’uomo al centro ha una mano nella cintola dei pantaloni e con l’altra regge la giacca sulla spalla, assumendo un atteggiamento di sicurezza, e guida l’intero gruppo alle sue spalle. Accanto a lui, sulla sinistra, si trova un altro uomo che, silenziosamente, lo accompagna, mentre la giacca gli copre un braccio.
Sulla destra, si scorge la donna citata in precedenza, con i piedi nudi e con in braccio un bambino; le grandi pieghe nel suo vestito suggeriscono che sia in movimento. Inoltre, la donna è modellata sulle fattezze della moglie dell’artista, Teresa.
Alle spalle del trittico di protagonisti, si staglia un gigantesco gruppo di manifestanti:  tutti dimostrano di essere calmi e pacati, consci di avere la vittoria dalla loro parte. E' possibile notare che molti di loro sono stati ritratti in atteggiamenti perfettamente naturali: c’è chi si copre dal sole, chi guarda in altre direzioni, o anche chi si rivolge direttamente allo spettatore con lo sguardo.
I personaggi in secondo piano, disposti in orizzontale, ricordano da vicino gli antichi fregi che decoravano i templi greci; inoltre, questa scelta stilistica, ricollega l’opera direttamente ad antichi capolavori come la scuola di Atene di Raffaello Sanzio.

e adesso riprendiamo Marx......









mappe di Luisa Pulvirenti, 5 A



di Flavia Sicali, 5 A

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