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venerdì 9 giugno 2017

leggere i filosofi

La lettura dei testi filosofici è da sempre il canale privilegiato per accedere al percorso analitico e concettuale che i filosofi suggeriscono e intendono condividere con quanti hanno sete di conoscenza.

A scuola, tuttavia, specie con il minor numero di ore destinato in alcuni licei alla filosofia, risulta arduo e sempre più faticoso procedere dal testo al pensiero. Siamo spesso costretti a modalità di lavoro segnate dalla velocità del tempo che scorre,  a costo di trascurare la comprensione di un brano filosofico, l'apporto lessicale innovativo, l'articolazione logica del periodare scritto,  tanto preziosa come modello per la mente.

Con gli studenti della 3 G ho provato a "fermare" due ore di tempo 
per leggere i filosofi dell'ellenismo e del  neoplatonismo.



Sono nate delle valide riflessioni, frutto di un laboratorio per gruppi di lavoro tematici.



6 commenti:

  1. Per gli stoici i due principi da cui ha origine il mondo sono: attivo e passivo. Il principio passivo è la materia inerme che può prendere forma solo grazie all'azione del principio attivo; quest'ultimo è definito come divinità, pneuma, che agendo sulla materia dà vita agli esseri particolari: aria, acqua, terra e fuoco.
    Il destino è concepito come una divinità che, anche se indicata con diversi nomi, è unica. Essendo ragione seminale rende tutta la materia simile a lui. La provvidenza non è la mancanza di male poiché, per l'esistenza del bene, è necessaria la coesistenza del male. La giustizia, infine, è definibile solo a partire dal torto, poiché non è altro che mancanza di ingiustizia. Vi è la stessa concezione presente in Anassagora, ovvero quella per cui si riconosce per contrasto.

    Cafarelli Lorenza, Milo Andrea, Patanè Samuele, Puglisi Alice.

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  2. EPICUREISMO
    Secondo Epicuro il mondo è costituito dai corpi e dal vuoto:infatti,secondo il filosofo,tutto ciò che esiste è corpo,mentre l'unica cosa che è incorporea è il vuoto.Inoltre,secondo Epicuro,il corpo è costituito da una miriade di corpuscoli indivisibili,chiamati atomi.Secondo Epicuro tutto è infinito,poichè,se fosse finito,avrebbe un limite estremo,ma non essendo concepibile nello spazio un limite estremo,si deve ammettere che,non avendo un limite,esso è infinito e illimitato.Gli atomi, secondo Epicuro,sono in perenne movimento nel vuoto:si urtano e rimbalzano a causa del vuoto che li separa.Inoltre questi si muovono di moto rettilineo a causa del loro peso,ma possono anche deviare la loro traiettoria (clinàmen),e il movimento degli atomi è eterno,come il vuoto in cui essi si muovono.Il meccanicismo indica,secondo Epicuro,il movimento degli atomi a prescindere dal loro fine.Il finalismo,invece,si prospetta quando tutto va verso un fine.Epicuro,però,si ricollega alla prima prospettiva:infatti secondo lui gli atomi non si muovono per un fine e non sono mossi da un'"anima" o forza esterna.Epicuro non ammette dei "principi spirituali.

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  3. Per Plotino l'uno presenta i seguenti caratteri: è infinito poiché non ha limiti ed è quindi illimitato; è informe, perché essendo infinito è privo di qualunque forma; è indeterminato, ossia privo di uno spazio e di un tempo; è "assolutamente Altro, poiché va al di là di ogni essere e di ogni sostanza. Inoltre Dio è l'Uno assoluto perché è perfetto, ciò da cui tutto deriva; Egli si manifesta per sovrabbondanza d'essere perché dall'Uno, tramite un processo di emanazione, derivano le cose molteplici. I gradi o ipostasi nel processo discendente sono: l'Uno, concepito come potenza di ogni cosa, l'Intelletto, che è la sede delle idee e che implica uno sdoppiamento tra soggetto pensante e oggetto pensato, l'anima, che ha una parte superiore che guarda all'intelletto e una parte inferiore rivolta alla materia, infine la materia, ultimo grado dell'emanazione, che Plotino concepisce come privazione del positivo, quindi assume un valore negativo. Nel processo ascendente dal molteplice all'Uno troviamo le virtù, la contemplazione della bellezza, la filosofia intesa come ricerca della verità e infine l'estasi, che è il ricongiungimento, tanto aspirato, alla perfezione, ovvero all'Uno.

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  4. Secondo lo scetticismo bisogna sospendere il giudizio, e quindi praticare l'epochè, per togliere alla conoscenza umana valore assoluto e considerarla puramente relativa. L'uomo non può accedere alla verità ultima delle cose, quindi non è possibile cogliere l'essenza della felicità. Attraverso l'epochè noi possiamo arrivare all'atarassia (imperturbabilità dell'anima). I 10 argomenti dello scettico Enesidemo determinano l'enorme varietà delle conoscenze e fanno apparire lo stesso oggetto diverso da uomo a uomo e da momento a momento. Di conseguenza questi 10 motivi ci spingono alla sospensione del giudizio. Per gli scettici la felicità si raggiunge attraverso l'esercizio del dubbio, perché non vi è alcuna certezza di ciò che è automaticamente vero e buono, coincide con l'esercizio dell'epochè (sospensione del giudizio) e con l'afasia (silenzio di tutte le cose scure). So di non sapere e quindi rimango scettico, non me ne occupo, meglio tacere: quindi sospensione del giudizio. Pertanto la felicità implica l'indifferenza verso le emozioni (atarassia).

    Barbiero Davide, Di Dio Rosi, Lizzio Alessandro, Privitera Marinella                                                         

                                                                                                                                  

                                                                 

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  5. Tempo ed eternità nell’analisi di Borges
    Per Plotino era scontato che l’eternità fosse “modello e archetipo del tempo” poiché nelle filosofie precedenti gli uomini si erano preoccupati di svelare i misteri dell’eternità, piuttosto che indagare sul tempo presente. Inoltre l’eternità, essendo “archetipo” corrisponde al principio di tutto e dunque all’Uno. Oltre che a Plotino, Borges fa riferimento a Platone, poiché quest’ultimo dà la definizione di tempo come “immagine mobile dell’eternità” e di conseguenza l’eternità risulta essere un’immagine “fatta con sostanza di tempo”. Inoltre Borges fa riferimento al Panta Rei di Eraclito il quale afferma che il tempo scorre; questa concezione ci rende tremuli.
    Per noi l’eternità è “un gioco o una falsa speranza”: può essere un gioco in quanto l’eternità è una curiosità e può essere intesa come un’oasi di pace, una ricerca per una condizione di pace a cui ispiriamo per distrarci dai problemi della vita, tuttavia può essere anche una stanca speranza, perché è una concezione impossibile da raggiungere e di conseguenza vi è talvolta rassegnazione da parte degli uomini.
    In fine Borges dichiara di voler invertire il metodo di Plotino perché si dovrebbe partire dal tempo per arrivare all’eternità, in quanto l’eternità è “figlia degli uomini” poiché è una concezione creata da questi ultimi e dunque non è una certezza ma piuttosto una speranza.
    Barbarino Andrea
    Cavallaro Miriam
    Zinna Luca

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  6. Per Epicuro la filosofia è la medicina dell'anima che serve ad alleviare la sofferenza umana causata dal desiderio e dalle credenze ingannevoli, che provocano paure immotivate, tramite il raggiungimento dell'assenza di dolore e dell'assenza di inquietudine. Il compito del saggio è quello di evitare che gli uomini si danneggino a vicenda. Le leggi hanno il compito di tutelarli dalle ingiustizie. La giustizia esiste solo nella relazione tra gli uomini e pertanto non esiste una giustizia assoluta, l'ingiustizia non è di per sé un male ma si avverte quando c'è il timore che un'azione scorretta non venga punita in maniera giusta. La felicità non si può raggiungere tramite la partecipazione alla vita pubblica ma solo attraverso i legami di amicizia, che si instaurano nelle piccole cerchie.

    D'Amico Miriam, Lombardo Gaetano, Zappalà Edoardo.

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