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giovedì 22 giugno 2017

dall'esame di stato, brani scelti




I due testi che seguono sono stati ieri e oggi sui banchi degli studenti che affrontano gli esami di maturità. 

In entrambi vive e si trasmette un unico messaggio: 

coltiva il pensiero, la responsabilità, la gioia di vivere e di comprendere il mondo 
rispettandone i doni che ti offre ogni giorno

Perchè non si deve mai concludere, con l'amarezza di Caproni:

«Come
 potrebbe tornare a esser bella,
 scomparso l’uomo, la terra».


La terra deve essere e rimanere bella
con l'uomo



IL VALORE DELLA FILOSOFIA

versione dal latino, oggi prova per i licei classici

Non è la Filosofia un’arte popolare, né destinata alla ostentazione; non è nelle parole ma nelle azioni. Essa non è adoperata per questo fine, cioè affinché il giorno si trascorra con qualche diversivo, affinché si tolga il fastidio all’inattività: 

la Filosofia forma l’animo e gli dà struttura, dispone la vita, regola le azioni, indica ciò che va fatto e ciò che si può trascurare, siede al timone e dirige la rotta attraverso le ambiguità delle vicende instabili. 

Senza la Filosofia nessuno può vivere con coraggio, nessuno può vivere con tranquillità; in ogni momento si presentano innumerevoli circostanze e queste esigono una risoluzione che a quella bisogna chiedere. Qualcuno potrebbe dire: “A che giova la Filosofia se esiste il fato? A che giova se c’è un dio che tutto regge? A che giova se regna il caso? 

Infatti ciò che è stato prestabilito non può essere modificato e contro ciò che è incerto nulla può essere predisposto, ma o un dio ha anticipato la mia decisione e ha stabilito ciò che io dovessi fare oppure la sorte nulla concede alla mia capacità decisionale”. 


Qualsiasi ipotesi tra queste sia vera, o mio Lucilio, o se siano vere tutte queste, 
bisogna dedicarsi alla Filosofia; 
sia che il destino ci costringa con una inesorabile legge, sia che un dio, arbitro dell’universo, abbia predisposto ogni cosa, sia che il caso metta in movimento ed agiti senza ordine le umane vicende la Filosofia deve proteggerci. 

Proprio questa ci esorterà ad obbedire di buon grado al dio, ad affrontare con fierezza la sorte; 
solo la Filosofia ti insegnerà a seguire il dio, a sopportare il destino. 

Seneca Epistulae morales ad Lucilium, Epistola 16 




Versicoli quasi ecologici

poesia per Analisi del testo, prova di italiano ieri per tutte le scuole

Non uccidete il mare, 
la libellula, il vento. 
Non soffocate il lamento
 (il canto!) del lamantino1 . 
Il galagone2 , il pino:
 anche di questo è fatto
 l’uomo. E chi per profitto vile
 fulmina3 un pesce, un fiume,
 non fatelo cavaliere
 del lavoro. L’amore
 finisce dove finisce l’erba
 e l’acqua muore.Dove
sparendo la foresta
 e l’aria verde, chi resta
 sospira nel sempre più vasto
 paese guasto: «Come
 potrebbe tornare a esser bella,
 scomparso l’uomo, la terra».

 1 lamantino: mammifero marino diffuso soprattutto sulle coste e nei fiumi dell'Africa occidentale. 
2 galagone: scimmia africana di piccole dimensioni. 
3 fulmina: uccide con un colpo rapido e improvviso.

Giorgio Caproni, Versicoli quasi ecologici, in Res amissa. Tratto da L’opera in versi, a cura di Luca Zuliani, Mondadori - I Meridiani, Milano 1998 


Giorgio Caproni nacque a Livorno nel 1912. A dieci anni si trasferì con la famiglia a Genova, che considerò sempre la sua vera città e dove visse fino al 1938. Dopo studi musicali e due anni di università, a partire dal 1935 si dedicò alla professione di maestro elementare. Nel 1939 fu chiamato alle armi e combatté sul fronte occidentale. Dopo la guerra si stabilì definitivamente a Roma, dove proseguì l’attività di insegnante, dedicandosi contemporaneamente, oltre che alla poesia, anche alla traduzione, soprattutto di opere francesi. 
La raccolta di versi Res amissa, di cui fa parte la poesia proposta, fu pubblicata nel 1991, un anno dopo la morte dell’autore.


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