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lunedì 25 maggio 2015

martedì 19 maggio 2015

riflessione sulla democrazia

 post di Irene Franco


Il paragone fra Antichità e contemporaneità non deve risolversi necessariamente nella formula, spesso becera espressione di un confronto fine a sé stesso, "ieri meglio di oggi". Il frutto migliore che esso possa generare è, invece, una maggior consapevolezza del tempo in cui viviamo, delle contingenze storiche in cui siamo immersi.

Cos'era la democrazia nell'Antica Atene? Cos'è oggi? Credo che uno spunto di riflessione possa sorgere da queste parole:

"Con l'avvento della democrazia, il numero delle magistrature [...]  (in genere di DURATA ANNUALE E NON RINNOVABILI), ad eccezione di poche cariche che richiedono competenze specifiche, come quelle finanziarie e il collegio dei dieci strateghi, la loro assegnazione avviene con il sistema del sorteggio, [...]. Al momento dell'entrata in carica tutti i magistrati sono comunque sottoposti a un esame preliminare (dokimasia) da parte del tribunale popolare, al quale devono altresì presentare un rendiconto del loro operato (euthynai) una volta che il loro mandato è giunto al termine." 
                                                       (M. Corsaro - Luigi Gallo, Le Monnier Università, Firenze 2011)

"Dikomasia" ed "euthynai" trovano dei corrispettivi all'interno del concetto moderno di democrazia?

La durata annuale della carica magistraturale può essere completamente positiva (si impedisce l'accumulazione del potere) o presenta anche dei limiti (legati, ad esempio, all'impossibilità, per i magistrati, di portare a termine dei progetti, di realizzare proposte, di condurre campagne militari che si estendono oltre l'arco di un anno)?

 

lunedì 11 maggio 2015

un'etica per la società tecnologica






Il principio responsabilità

"La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. Ma la paura è già racchiusa potenzialmente nella questione originaria da cui ci si può immaginare scaturisca ogni responsabilità attiva: che cosa capiterà a quell’essere, se io non mi prendo cura di lui? Quanto piú oscura risulta la risposta, tanto piú nitidamente delineata è la responsabilità. Quanto piú lontano nel futuro, quanto piú distante dalle proprie gioie e dai propri dolori, quanto meno familiare è nel suo manifestarsi ciò che va temuto, tanto piú la chiarezza dell’immaginazione e la sensibilità emotiva debbono essere mobilitate a quello scopo."




Hans Jonas, Das Prinzip Verantwortung, Insel, Frankfurt/M 1979
(trad. it.: Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino 1990


SUL PRINCIPIO RESPONSABILITA' LEGGI QUI