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domenica 13 settembre 2015

lettere partigiane

post di Claudio Sgroi 5E



Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana è un’opera che raccoglie le ultime lettere di partigiani, deportati politici, militari del corpo di Liberazione Italiano e resistenti civili, condannati a morte durante la Resistenza. La lotta partigiana in Italia fu caratterizzata dall’impegno unitario di tutto il fronte delle opposizioni che il fascismo con la violenza e la persecuzione aveva tentato di stroncare in ogni modo. Le bande partigiane diedero vita alla Resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu contemporaneamente una Guerra Civile e una Guerra di Liberazione contro lo straniero. Comunisti, liberali, socialisti, cattolici, anarchici precedentemente in contrasto,  collaborarono ed entrarono in simbiosi per raggiungere il comune obiettivo della democrazia e della libertà.

Nell’opera sono riportate per ogni caduto, oltre che gli ultimi pensieri e gli stati d’animo, anche notizie essenziali sulla vita e sulle circostanze della morte. Cosa non da poco perché durante la lettura sembra quasi di entrare in ogni singola storia, in ogni singola famiglia e a mio avviso in molte lettere l’immedesimazione è tale che sembra quasi di entrare nell’anima dei condannati a morte e di vivere quel momento di persona. Una volta lette le prime lettere, nasce subito quel sentimento di rispetto nei confronti dei  compatrioti che hanno dato la vita per la Tua libertà e per questo ogni singola lettera viene letta con la stessa lucidità e con lo stesso rispetto. Sfogliando le pagine salta subito agli occhi che tra i condannati a morte sono molti i giovani e questa cosa lascia molto spazio alla riflessione e al confronto perché nella società di oggi, ormai povera di  valori e di principi morali, quanti sarebbero i giovani che nella stessa situazione avrebbero preferito morire per amore della propria patria e della libertà ?

Leggendo il libro sono stato colpito da grande stupore nel trovare numerose lettere scritte da Partigiane; si esattamente, non è un errore di battitura. Perché, nella Resistenza Italiana le donne rappresentarono una componente fondamentale per il movimento partigiano nella lotta contro il nazifascismo. Esse infatti ricoprirono ruoli di primari importanza, quali il recupero dei beni di massima necessità per i compagni, propaganda antifascista, assistenza ai detenuti politici e in molti casi anche vere e proprie operazioni militari, dimostrando così un grande coraggio e portando un forte supporto morale all’interno dei gruppi partigiani. Riporto sotto la lettera della caduta Irma Marchiani. Questa lettera è stata quella che mi ha colpito di più per la grande forza di volontà che questa donna trasmette, forza di volontà che sembra quasi contagiarti.

Irma Marchiani

Di anni 33 - casalinga - nata a Firenze il 6 febbraio 1911 -. Nei primi mesi del 1944 è informatrice e staffetta di gruppi partigiani formatisi sull'Appennino modenese - nella primavera dello stesso anno entra a far parte del Battaglione " Matteotti ", Brigata " Roveda ", Divisione "Modena" - partecipa ai combattimenti di Montefiorino - catturata mentre tenta di far ricoverare in ospedale un partigiano ferito, è seviziata, tradotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna), condannata a morte, poi alla deportazione in Germania - riesce a fuggire - rientra nella sua formazione di cui è nominata commissario, poi vice-comandante - infermiera, propagandista e combattente, è fra i protagonisti di numerose azioni nel Modenese, fra cui quelle di Monte Penna, Bertoceli e Benedello -. L'11 novembre 1944, mentre con la formazione ridotta senza munizioni tenta di attraversare le linee, è catturata, con la staffetta "Balilla", da pattuglia tedesca in perlustrazione e condotta a Rocca Cometa, poi a Pavullo nel Frignano (Modena) -. Processata il 26 novembre I944, a Pavullo, da ufficiali tedeschi del Comando di Bologna -. Fucilata alle ore 17 dello stesso 26 novembre 1944, da plotone tedesco, nei pressi delle carceri di Pavullo, con Renzo Costi, Domenico Guidani e Gaetano Ruggeri "Balilla” -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.


 Sestola, da la "Casa del Tiglio", 1° agosto 1944
Carissimo Piero, mio adorato fratello, la decisione che oggi prendo, ma da tempo cullata, mi detta che io debba scriverti queste righe. Sono certa mi comprenderai perché tu sai benissimo di che volontà io sono, faccio, cioè seguo il mio pensiero, l'ideale che pur un giorno nostro nonno ha sentito, faccio già parte di una Formazione, e ti dirò che il mio comandante ha molta stima e fiducia in me. Spero di essere utile, spero di non deludere i miei superiori. Non ti meraviglia questa mia decisione, vero?
Sono certa sarebbe pure la tua, se troppe cose non ti assillassero. Bene, basta uno della famiglia e questa sono io. Quando un giorno ricevetti la risposta a una lettera di Pally che l'invitavo qui, fra l'altro mi rispose "che diritto ho io di sottrarmi al pericolo comune?"  vero, ma io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore. Ora però tutto è triste, gli avvenimenti in corso coprono anche le cose più belle di un velo triste. Nel mio cuore si è fatta l'idea (purtroppo non da troppi sentita) che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta. "Hai nello sguardo qualcosa che mi dice che saprai comandare", mi ha detto il comandante, "la tua mente dà il massimo affidamento; donne non mi sarei mai sognato di assumere, ma tu sì". Eppure mi aveva veduto solo due volte.
Saprò fare il mio dovere, se Iddio mi lascerà il dono della vita sarò felice, se diversamente non piangere e non piangete per me. Ti chiedo una cosa sola: non pensarmi come una sorellina cattiva. Sono una creatura d'azione, il mio spirito ha bisogno di spaziare, ma sono tutti ideali alti e belli. Tu sai benissimo, caro fratello, certo sotto la mia espressione calma, quieta forse, si cela un'anima desiderosa di raggiungere qualche cosa, l'immobilità non è fatta per me, se i lunghi anni trascorsi mi immobilizzarono il fisico, ma la volontà non si è mai assopita. Dio ha voluto che fossi più che mai pronta oggi. Pensami, caro Piero, e benedicimi. Ora vi so tutti in pericolo e del resto è un po' dappertutto. Dunque ti saluto e ti bacio tanto tanto e ti abbraccio forte.
Tua sorella Paggetto Ringrazia e saluta Gina.
Se è vero che il valore di uno stato si misura dal valore degli individui che lo compongono, alla luce delle storie delle tante persone racchiuse in questo libro, sono fiero di essere Italiano sull’esempio di questi grandi uomini e donne.



(Mi scuso per essere stato poco sintetico ma questo libro lascia tante emozioni ed è difficile riassumerle)

1 commento:

  1. Non preoccuparti Claudio, va bene così! Ci sono riflessioni ed esposizioni che chiedono spazio ed attenzione, e il tuo lavoro è tra questi :-)

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