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domenica 22 febbraio 2015

La teoria dell'orologiaio cieco

 

"Uno dei miei obiettivi è quello di trasmettere almeno in parte la mia meraviglia dinanzi alla complessità biologica a quegli occhi che sono sempre rimasti chiusi dinanzi ad essa. Ma, una volta magnificato il mistero, l’altro mio obiettivo è quello di eliminarlo e di spiegarne la soluzione (Prefazione, p. 8) .

Il darwinismo, a differenza dell’«einsteinismo», sembra esser considerato un facile bersaglio da critici di qualsiasi livello di ignoranza, forse perché - come notò acutamente Jacques Monod - tutti credono di capirlo. […] 
Noi siamo del tutto abituati all’idea che una complessa eleganza presupponga un progetto, frutto di abilità e di intenzionalità. Questa è probabilmente la ragione più forte a sostegno della fede - condivisa dalla grande maggioranza delle persone, in passato come oggi - in una qualche sorta di divinità soprannaturale (11).

Certo, per quanto l’ateismo possa esser stato logicamente sostenibile prima di Darwin, soltanto Darwin creò la possibilità di adottare un punto di vista ateo con piena soddisfazione intellettuale (22). 

Illusione del disegno - La selezione naturale è l’orologiaio cieco, cieco perché non vede dinanzi a sé, non pianifica conseguenze, non ha in vista alcun fine. Eppure, i risultati viventi della selezione naturale ci danno un’impressione molto efficace dell’esistenza di un disegno intenzionale di un maestro orologiaio; che alla base della complessità della natura vivente ci sia un disegno intenzionale, è però solo un’illusione (41).

L’evoluzione non ha un obiettivo a lungo termine. Non c’è un bersaglio lontano, nessuna perfezione finale funge da criterio per la selezione, anche se la vanità umana accarezza la nozione assurda che obiettivo finale dell’evoluzione sia la nostra specie (84).

L’AUTORE

Richard Dawkins (1941 Nairobi, Kenya) è un biologo britannico, tra i più prestigiosi del secolo; maestro di zoologia all’Università di Oxford, autore di volumi sui più discussi problemi della biologia contemporanea e di divulgazione scientifica, di grande successo anche in Italia, quali Il fenotipo esteso (1986), Il gene egoista (1991), Il fiume della vita (1995)




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