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domenica 4 gennaio 2015

sulla gioia


 post di Serena Stira, classe 4 E
Cartesio definisce la gioia come una piacevole emozione dell'anima in cui consiste il godimento che essa ha del bene ,che le impressioni del cervello lle rappresentano come tali. Un'emozione che si differenzia dall'amore solo per la diversa "frequenza del polso".
  
Ho cercato altre presentazioni della gioia nella nostra cultura. 
In primo luogo vorrei sottolineare la presenza della Gioia nell'arte con LE BAL DU MOULIN DE LA GALETTE di Renoir.



Le bal du moulin de la galette è un dipinto di Pierre-Auguste Renoir a olio su tela realizzato nel 1876 e conservato nel Museo d'Orsay di Parigi. Renoir era maestro nel cogliere i comuni eventi quotidiani. In questo capolavoro dell'impressionismo fissa un momento della vita parigina in un'atmosfera di felice abbandono, ritraendo la spensieratezza e il gusto della Belle Époque: il Moulin de la Galette, locale allestito in un vecchio mulino in cima alla collina di Montmartre, il quartiere degli artisti.
In esso sono sintetizzati soprattutto quello spirito giovane e ottimista che caratterizza i pittori, ma anche quella gioia di vivere, tipicamente parigina, che coinvolge anche le classi popolari che trovano i loro luoghi di svago nei bar lungo la Senna per una vita apparentemente senza pensieri.Tutto il quadro è pervaso da una sensazione rilassata e tranquilla. Le persone sono tutte sorridenti e in questo modo suscitano gioia e spensieratezza all'osservatore. La sensazione è che il quadro sia il fotogramma di un film in continuo svolgimento e ciò serve appunto non a raccontare una storia ma ad esprimere in profondità una sensazione vitale.


Il tema della gioia in ambito musicale  lo ritrovo nella canzone "GIOIA" dei MODA'.
Il messaggio di questa canzone è farci capire che a volte la nostra gioia può consistere in qualcosa di piccolo e semplice, non necessariamente in qualcosa di costoso e grande ed inoltre ci insegna che le difficoltà non sono sinonimo di negatività.
"Sognare di volare e avere sempre il bisogno,
di nuove sensazioni per cancellare un ricordo.
E non esiste un cielo, senza stelle se resto
ad occhi chiusi ed oltre, oltre le nuvole guardo.
Eppure gioia,
se penso che son vivo,
anche in mezzo al casino.
Eppure gioia,
se penso che da ieri,
io sono ancora in piedi.
Pensare di star male è non avere rispetto,
verso chi sta peggio,
verso chi invece è già morto.
Eppure gioia,
se penso che son vivo,
anche in mezzo al casino.
Eppure gioia,
se penso che da ieri,
io sono ancora in piedi.
Distendersi su un prato e respirare la luce,
confondersi in un fiore e ritrovarsi a sentire,
l'odore dell'estate, la fatica delle salite,
per apprezzarle meglio, quando saranno discese.
Eppure gioia,
se penso che son vivo,
anche in mezzo al casino.
Eppure gioia,
se penso che da ieri,
io sono ancora in piedi."

Alla gioia sono dedicate le parole di Madre Teresa di Calcutta nella poesia SULLA GIOIA:

"Un cuore gioioso è il normale risultato
di un cuore che arde d'amore.
Lagioia non è semplicemente una questione di temperamento,
è sempre difficile mantenersi gioiosi:
una ragione di più per dover cercare di attingere
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.

La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.
E più dona chi dona con gioia.

Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,
donate loro sempre un gaio sorriso;
donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.
Può darsi che non si sia in grado di donare molto,
però possiamo sempre donare la gioia
che scaturisce da un cuore colmo d'amore.
Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,
con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,
vedrete le vostre opere buone.
E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine
consiste nell'accettare ogni cosa con gioia.

Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento.
Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.

La gioia è assai contagiosa.
Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate.
...
La gioia dev'essere uno dei cardini della nostra vita.
È il pegno di una personalità generosa.
A volte è altresì un manto che avvolge
una vita di sacrificio e di donazione di sé.
Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici.
Splende come un sole in seno a una comunità.
...
Che Dio vi renda in amore tutto l'amore che avete donato
o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi,
da un capo all'altro del mondo."

Ed infine la Gioia secondo Diego Valeri nella sua poesia LA GIOIA PERFETTA: basta un segno di vita per ridare gioia ad un vicolo abbandonato.


"Com'è triste il giorno di maggio
dentro al vicolo povero e solo!
Di tanto sole neppure un raggio;
con tante rondini, neanche un volo.

Pure c'era in quello squallore,
in quell'uggia greve e amara,
un profumo di cielo in fiore,
un barlume di gioia chiara.

C'era in alto una voce di mamma,
così calma, così pura!
che cantava la ninna nanna
alla propria creatura.

C'era... c'erano tante rose
affacciate ad una finestra,
che ridevano come spose
preparate per la festa.

C'era seduto sui gradini
d'una casa di pezzenti,
un bambino piccino, piccino,
dai grandi occhi risplendenti.

E poi dopo non c'era più nulla...
Ma, di maggio, alla via poveretta
basta un bimbo, un fiore, una culla
per formare una gioia perfetta."


 post di Giuliana Spidaleri, classe 4 E
La gioia, secondo Cartesio, consiste nel godimento da parte dell’anima del bene che le viene rappresentato come proprio. Essa deriva dalle nostre opinioni di possedere un bene. Di solito la gioia segue al piacere.
La gioia si può presentare sotto varie forme.



Possiamo ad esempio trovarla nella musica con "Inno alla Gioia" di Beethoven, inno ufficiale dell'Unione europea, adottato nel 1972


Questo brano è una marcia di gioia, festante, che accompagna l'uomo che percorre il cammino gioioso della vita. Infatti, l’Inno alla gioia ,oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza. Con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale; e proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella quale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal male, dall'odio e dalla cattiveria.


Troviamo la gioia nell’ambito religioso con le parole di Papa Benedetto XVI:

“Le gioie autentiche, quelle piccole del quotidiano o quelle grandi della vita, trovano tutte origine in Dio”.

La gioia può essere presentata anche attraverso la poesia. Come in questo testo “Canta la gioia” di Gabriele D’Annunzio.

 “Canta la gioia! Io voglio cingerti
di tutti i fiori perchè tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa magnifica donatrice!

Canta l’immensa gioia di vivere,
d’essere forte, d’essere giovine,
di mordere i frutti terrestri
con saldi e bianchi denti voraci,

di por le mani audaci e cupide
su ogni dolce cosa tangibile,
di tendere l’arco su ogni
preda novella che il desìo miri,

e di ascoltar tutte le musiche,
e di guardar con occhi fiammei
il volto divino del mondo
come l’amante guarda l’amata,

e di adorare ogni fuggevole
forma,ogni segno vago, ogni immagine
vanente, ogni grazia caduca,
ogni apparenza ne l’ora breve.

Canta la gioia! Lungi da l’anima
nostra il dolore, veste cinerea.
E’ un misero schiavo colui
che del dolore fa sua veste.

A te la gioia, Ospite! Io voglio
vestirti da la più rossa porpora
s’io debba pur tingere il tuo
bisso nel sangue de le mie vene.

Di tutti i fiori io voglio cingerti
trasfigurata perchè tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa invincibile creatrice!”

D’Annunzio innalza un vero e proprio inno alla Gioia. Gioia di vivere, di toccare, di mordere la vita con voracità, di avvinghiare l’esistenza con mani audaci, di carpire con sguardi voluttuosi tutto ciò che ci circonda, in un vortice di sensualità che solo il Poeta riesce a rendere nella sua vertigine.

Anche nell’arte abbiamo la presenza della gioia. Nel quadro “La gioia di vivere” di Henri Matisse  (1906) ad esempio…



Matisse in questo dipinto decise  di rappresentare una scena che facesse provare allo spettatore una sensazione di gioia, tranquillità e serenità. Egli infatti fa parte della corrente dei pittori espressionisti francesi chiamati Fauves.
La tecnica è leggermente puntinista, Matisse rappresenta dei nudi femminili dipinti a macchie, senza rispettare i colori naturalistici, e fonde uomo e natura in una sorta di ritorno al primitivo mentre la forma dei soggetti viene armonizzata e semplificata. Anche il paesaggio presenta colori innaturali, come ad esempio l'albero rosa, che è lo stesso colore utilizzato per la pelle delle persone, quasi a sottolineare l'unione tra uomo e natura. Per la prima volta, Matisse deformò le linee del corpo umano, elemento visibile in tre delle bagnanti ivi raffigurate. Il quadro ritrae un esterno, ma non è dipinto dal vero: a Matisse non interessava l’aria aperta, preferiva il chiuso di una stanza.




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