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lunedì 15 settembre 2014

quale metamorfosi?

La metamorfosi

di Franz Kafka

riflessioni di Giusy Zagame, 5 L


Forse la mia interpretazione è lontana dalle reali intenzioni dell’autore, ma leggendo La Metamorfosi mi è parso di vedere nella trasformazione di Gregor quasi una fuga dalla vita, fatta di rinunce e costrizioni, da un lavoro che non lo soddisfaceva ma che era costretto a svolgere per mantenere la sua famiglia, interamente adagiata sulle sue spalle come una sorta di parassita. Il protagonista stesso a sua volta diventa un parassita inutile, che grava sulla sua famiglia. Il padre, figura dura e autoritaria, è il primo a dimostrare una violenta insofferenza nei riguardi del “figlio” ormai inutile, improduttivo e addirittura nocivo alla situazione economica familiare. La sorella, mostratasi inizialmente comprensiva, ben presto finisce per odiare anche lei e mostra di volersi liberare della mostruosa creatura in cui si è trasformato il fratello. A Gregor, divenuto ormai un peso inutile per la società, non rimane che lasciarsi morire. L’indigenza costringe i membri della famiglia a darsi da fare per mantenersi, ristabilendo così l’equilibrio. La perdita del figlio è quindi superata con fin troppo eccessiva facilità. Lo sbocciare fisico della sorella, e pertanto un suo possibile proficuo matrimonio, infine, apre nuovi orizzonti di profitto alla famiglia parassita.

 post di Desiree Sgroi,5 L

 I personaggi del racconto risultano avere numerose sfaccettature psicologiche:
- Gregor è un cosciente emarginato, escluso da qualsiasi forma di civiltà e di contatto. Pur conservando la sua sensibile umanità, egli non è considerato un essere umano e viene calpestato ed umiliato, allontanato e segregato, ed infine portato alla morte a causa della sua disperazione innanzi ad un tale dramma;
- La giovanissima sorella apparentemente risulta essere la sola che cerca, per quanto le sia possibile, di aiutare il fratello e i genitori. Il suo atteggiamento è ambiguo, ad un tratto all’interno della vicenda passa da “sostegno morale” e vera e propria antagonista del fratello tanto che lo condannerà alla morte.  Questo attira molto l’attenzione del lettore, sembra quasi che Kafka descriva due metamorfosi: l’una fisica, in Gregor; l’altra psicologica, in Grete.
- A differenza della sorella la madre rimane passiva, quasi fingendo di non voler capire cosa stesse succedendo attorno a lei.
- Il padre è una figura brutale, all’interno della narrazione non mostra piètà per la nuove sembianze del giovane e lo ostacola con la massima crudeltà.

Come in altri suoi scritti, Kafka mostra chiari riferimenti autobiografici legati all’universo familiare e professionale del personaggio. L’autore nega l’identità tra sé e Gregor, restando però in bilico tra un palese coinvolgimento emotivo e un totale distacco. Il legame risulta essere molto stretto: come sottolinea il critico Blinder in entrambi i casi i due giovani si trovano a farsi carico della situazione economica della famiglia stessa: da un lato Gregor che si ripromettere di estinguere il debito dei genitori e di offrire una vita migliore alla sorella; dall’altro l’autore stesso che si ritrova a lavorare fin da giovane a causa delle cattive condizioni di salute del padre che non gli permettono alcun tipo di occupazione. Nella figura di Gregor l’autore rispecchia la sua stessa paura e il suo stesso “Io”. La trasformazione può essere identificata come un distacco dal corpo e quindi dalla vita stessa, come se Kafka volesse indicare una vera e propria “ribellione” verso il pesante incarico finanziario. Gregor, ormai insetto, si isola dal resto, perdendo ogni connotazione umana, perfino l’espressione utilizzata - “pigolìo della voce”- implica l’impossibilità della comunicazione. La metamorfosi non viene vissuta nel racconto in modo attivo dalla famiglia e da Gregor stesso, bensì in modo passivo. Nessuno di loro si domanda come sia potuto accadere e nessuno cerca una possibile soluzione. Ma c’è qualcos’altro che lascia allibito il lettore: il personaggio vive quasi con naturalezza la sua nuova connotazione, cercando di adattarsi il più possibile anche se condannato al tragico destino,  mentre un alone tra spavento e ripugnanza sommerge la sorella e i genitori.

All’interno del racconto non risulta difficile distinguere un certo masochismo. Lo stesso finale risulta impeccabile, inaspettato per giunta, ma allo stesso tempo agghiacciante: le reazioni dei parenti non lasciano trapassare alcun sentimento di dolore, dispiacere o commozione, come se la morte di Gregor fosse solo qualcosa di atteso, non di inaspettato, che porterà ad un equilibrio familiare e ad una nuova vita.
La cosa più strabiliante di Kafka è la sua capacità di nascondere sotto una storia apparentemente semplice e lineare un gran numero di sfaccettature così sottili e profonde da richiedere una grande attenzione durante la lettura ed è proprio questa una delle cose che più mi ha affascinato.
 In questo esemplare racconto del Novecento, a mio parere, Kafka unisce numerosi aspetti: la discriminazione, il rapporto padre-figio, il senso di angoscia e di esclusione, la distanza dal mondo ed ovviamente il surreale, l’assurdo, il mostruoso, dando così voce al disagio - in questo caso di Gregor che ricercando della felicità scoprirà invece l’indifferenza - ma anche alla non accettazione del diverso, alla discriminazione e all’incapacità dell’uomo di provare umanità per i suoi simili.

riflessione di Roberta Grancagnolo, 5 B

La grandezza di quest' opera, secondo me non sta puramente nell’allegoria utilizzata dalla scrittore, ma nel modo quasi brutale con cui ci viene proposta. Egli non fa una similitudine tra Gregor e lo scarafaggio: Gregor è lo scarafaggio. Non si tratta più solamente di un’analogia ma egli ci pone davanti ad una “realtà”, ad una condizione che coinvolge non solo il diretto interessato, ma anche tutti coloro che gli stanno intorno...


....e di Lidia Raiti, 5 B

E’ molto chiaro nel secondo capitolo del racconto, il ruolo che giocò il padre di Kafka nella sua vita ovvero un ruolo di continua contrapposizione e ribellione dovuta anche al luogo e al periodo in cui l’autore visse. Non è un caso che, in seguito alla metamorfosi,  i familiari non riescano più a comprendere ciò che Gregor pronuncia con la sua “voce di bestia”, mettendo dunque fine a qualsiasi tipo di comunicazione. Le uniche discussioni che Gregor intrattiene sono quelle fra sé e sé e l’unico contatto che ha con ciò che c’è fuori dalle quattro mura della sua stanza è la musica suonata dalla sorella la quale, stranamente, lo commuove e rappresenta nutrimento per il suo spirito.
La sorella, che inizialmente è l’unica ad avere contatti seppur sporadici con Gregor, è la prima a volersi liberare di lui quando la sua situazione peggiora. La ragazza è cresciuta, è diventata “una bella e florida giovinetta” già pronta a trovar marito e la figura di Gregor è diventata ormai un inutile peso per lei e così come per la famiglia; ciò viene testimoniato dalle uniche parole di sollievo e liberazione del padre alla vista del cadavere del figlio «Be’, » disse il signor Samsa, «possiamo ringraziar Dio. ».

Nelle ultime pagine del libro dedicate  agli eventi successivi alla morte di Gregor, quest’ultimo non viene più neanche nominato; ciò suggerisce ancor di più l’indifferenza della famiglia per l’evento e la voglia di lasciarsi tutto alle spalle, quasi come se nulla fosse mai accaduto.

riflessione di Giulia Casella, classe 5 B
Gregor una mattina si sveglia e non sa più chi è, è diverso, non si riconosce più.
Il racconto di Kafka inizia più o meno così, mettendo in evidenza una situazione di cambiamento nella quale il protagonista del libro si ritrova, suo malgrado.
L'elemento narrativo che prevale secondo la visione critica è quello del surreale, poiché Gregor non è più un uomo ma un insetto, e tutto il racconto prosegue sulla fase di accettazione e adeguamento della sua nuova condizione.

La nuova condizione di Gregor non è però una novità, è parte della vita di ognuno di noi poichè  a tutti capita di svegliarsi un giorno e scoprirsi diversi, magari totalmente diversi da ciò che si credeva di essere, e succede che si ha paura.

Quello che capita al protagonista è una presa di coscienza, una lotta per l' accettazione di un nuovo modo di essere, che però a causa della condanna sociale non ha successo e Gregor, in preda al senso dell'angoscia che ritorna innumerevoli volte, decide di morire.

Il fatto che Gregor muoia un po' per volta non è certamente un caso, secondo la mia lettura, poiché è quello che facciamo un po' tutti: adeguandoci, lasciamo che la vita ci passi addosso, restiamo impotenti davanti ad essa, inermi, come se non avessimo le armi per combattere, per lottare per noi stessi, per la nostra natura.

E Gregor non lotta, Gregor resta a casa, vittima delle paure degli altri, vittima della sua paura di essere diverso. Gregor è quella parte di noi che si ferma davanti al giudizio degli altri, che non è in grado di fare un salto di qualità nella propria vita, che non si riscatta per paura della solitudine.

riflessione di Alessandra Libanan, 5 B

 I temi affrontati da Kafka nella "Metamorfosi" sono: il senso di tristezza e angoscia, l'alienazione dalla società e dunque l'essere diverso, la problematica del rapporto padre-figlio e infine il surreale. Gregor, il personaggio-insetto, non sembra preoccuparsi molto del suo aspetto, ma ciò che più lo turba è il fatto che non sarebbe riuscito a portare  a termine i suoi doveri come figlio e come impiegato ed è forse  questo il motivo della sua metamorfosi, il fatto che in lui si sia mostrato il suo vero "io"", una sorta di ribellione da parte sua nei confronti della società e della sua solita routine. Il problema nasce dal fatto che, per la società e la sua famiglia stessa, egli è come un parassita, del quale bisogna sbarazzarsene il più presto possibile.
Tuttavia capendo da solo che la sua esistenza non è molto gradita egli compirà l'ultimo gesto estremo con il suicidio, lasciando così ai suoi familiari un senso più di sollievo che di tristezza.

riflessione di Nino Calì, 5 B

Il libro "La metamorfosi" di Kafka mi ha subito incuriosito già dal titolo e,in seguito, sentendone parlare positivamente da alcuni miei amici e visto il compito da lei assegnato, ho deciso definitivamente di cominciare a leggerlo. Si tratta di una storia particolare che, pur essendo relativamente breve, necessita di attenzione per capirne davvero il significato. Infatti a primo impatto, e considerata la trama particolare, non è facile coglierne il senso, che si può capire a fondo a mio parere solo attraverso qualche accenno alla vita e al pensiero di Kafka.  Solo così ho cominciato a capirne a pieno la trama. Ciò che mi ha maggiormente colpito è l'abilità che dimostra l'autore  nell'introspezione metaforica della sua opera, infatti il libro si può considerare come un'unica grande metafora in cui Kafka stesso "nasconde" molti particolari che lo riguardano personalmente. Ad esempio, la metamorfosi che compie il protagonista, l'angoscia della famiglia che ne deriva e il sollievo che quest'ultima prova dopo la morte del personaggio principale. Kafka reputa questa situazione analoga a quella che si verifica quando si ha un familiare malato, inizialmente accudito e sostenuto, ma che in seguito diventa inesorabilmente un peso per tutti e la cui morte, per quanto poco eticamente corretto possa essere, viene presa quasi come una liberazione. Consiglio questo libro a chi è in cerca di una lettura particolare e per nulla scontata.



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