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sabato 27 settembre 2014

La peste






di Albert Camus

Relazione a cura di Luisa Vecchio, V B

Nella città algerina di Orano, durante gli anni Quaranta – periodo in cui il territorio è posto sotto la dominazione francese - scoppia inesorabile un’epidemia di peste, che recide giorno dopo giorno migliaia di vite. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo e del tutto impotente di fronte alla dilagante pestilenza, la città diventa teatro dei tormenti di una società che vacilla tra disgregazione e solidarietà.

Protagonisti della vicenda sono la fede religiosa, il materialismo di chi non crede in nulla ma che comunque non è capace di “essere felice da solo”, il puro senso del dovere dell'uomo in quanto essere umano, che si scontrano con l'indifferenza, il panico e l'egoismo che governano il mondo.

Il dottor Bernard Rieux è un medico che giustifica la sua esistenza nell' esercizio della sua professione. Egli si realizza nella lotta per strappare alla morte i suoi malati e si ribella contro l' assurdità della morte che non riesce ad accettare come espiazione, come sostiene invece Paneloux, sacerdote che vede nella peste una punizione divina. Jean Tarrou è un uomo che si è reso libero prendendo in mano le redini della sua vita rifiutando di condurre una vita del tutto priva di umanità. Poi c’è Raymond Rambert, un giornalista straniero per caso nella città, che cerca con ogni mezzo di lasciare la città per ricongiungersi con la sua amata, ma che decide di rimanere a causa della consapevolezza di non poter abbandonare i suoi simili per puro egoismo. Tutti questi eroi devono dunque confrontarsi con la difficile scelta tra l’egoistico bene individuale e la genuina solidarietà verso l’essere umano.

Il tema centrale dell’opera è dunque la lotta tra bene e male. La peste sarà alla fine vinta, ma sul male che essa rappresenta non ci possono essere vittorie definitive. La drammatica vicenda - la peste ha un evidente valore simbolico - spinge i protagonisti del romanzo a cogliere i valori legati all'esistenza umana: “vi sono negli uomini più cose da ammirare che da disprezzare”, afferma Camus. E questi valori sono tanto più profondi quando si riferiscono all'essere umano, al “ prossimo”: vivendo una situazione avversa, l'uomo scopre di essere accomunato agli altri uomini dagli stessi sentimenti e dalle stesse aspirazioni, primo tra tutti il desiderio di reagire alla disperazione e alla morte.

Personalmente devo dire che leggere questo libro mi ha aperto nuovi orizzonti nella riflessione sulla condizione umana, sulla nostra ragion d’essere e su quella miriade di azioni che, nel nostro piccolo, abbiamo la possibilità di compiere mentre viviamo questo meraviglioso mistero che è la vita.

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