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domenica 14 settembre 2014

Il Manifesto di Marx ed Engels

Il Manifesto del Partito Comunista
(K. Marx, F. Engels; 1848)
 

post di Roberto Testa, 5 H


Il “Manifesto del Partito Comunista” è un saggio politico a scopo informativo e divulgativo che ha principalmente la funzione di descrivere i princìpi e i progetti del partito comunista. Il punto di forza del libro è l’attentissima analisi storica da parte dei due filosofi.
Il libro è diviso in 4 capitoli : Borghesi e proletari; proletari e comunisti; letteratura socialista e comunista; la posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti d’opposizione.
Il punto di forza del libro è il primo capitolo : i due filosofi, illustrano il corso della storia dopo averlo studiato ed analizzato attentamente da due parti, quella borghese (oppressori) e quella proletaria (oppressi), intendendo per borghesi i capitalisti moderni (da patrizi a baroni, da mastri a feudatari) e per proletari i moderni lavoratori salariati (da schiavi a plebei, da servi a garzoni) . Tra borghesi e proletari c’è un conflitto (“lotta di classe”) che è sempre esistito, poiché i borghesi sono i proprietari dei mezzi di produzione e hanno bisogno di produrre (quindi di far lavorare operai) per arricchirsi e far andare avanti il mercato, mentre gli operai sono costretti a “vendersi” attraverso il lavoro per poter vivere. A poco a poco, però, anche attraverso  rivoluzioni sociali, culturali ed economiche, il proletario prende coscienza del fatto che è sfruttato, malpagato e che le sue condizioni di lavoro spesso e volentieri sono molto scadenti e allora prova a ribellarsi, alla ricerca di una dignità propria e magari, di un aumento del salario. In questo cammino di crescita, trova altri “compagni” e colleghi con le sue stesse idee di rivoluzione e con i suoi stessi problemi nel lavorare e quindi nel vivere : da questi incontri nasce l’unione, quindi nascono le prime associazioni di proletari e di operai e a poco a poco si riescono a creare veri e propri partiti di lavoratori che combattono giornalmente per una società equilibrata e democratica. E’ la nascita del comunismo, la nascita di una coscienza della parte di umanità oppressa da chi vuole sottomettere il più debole (economicamente, politicamente e fisicamente).  Il comunismo a questo punto ha bisogno di avere dei “punti cardinali” attraverso i quali orientarsi, e allora i due filosofi nel secondo capitolo inseriscono una lista di 10 misure da applicare per “fondare” una società comunista; le più importanti sono : 

Abolizione della proprietà privata; Creazione di una banca nazionale con monopolio esclusivo; Accentramento dei mezzi di trasporto e delle fabbriche nelle mani dello stato; Obbligo di lavoro per tutti; Istruzione pubblica e gratuita per tutti i bambini. 

Ma per far sì che la società diventi comunista, occorre sopprimere la classe dominante (borghesia) attraverso una rivoluzione, quindi Marx invita i proletari (che intanto, a causa dello sviluppo dell’industria e dell’economia, aumentano di numero) a rivoluzionare il sistema e a prendere il potere. Ma una volta preso il potere, per evitare che i proletari diventino borghesi e che quindi si ritorni al punto di partenza, l’ormai “dittatura proletaria” dovrà stare ben attenta e quindi rispettare quella lista di misure accennata prima, attraverso la quale riuscirà a concentrare la produzione nelle mani degli individui associati e non nei singoli, il potere pubblico perderà il suo carattere politico, quindi si riuscirà ad eliminare la lotta di classe, perché si avrà una “associazione in  cui il libero sviluppo di ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti” [II. Proletari e comunisti, p.37]. 
Un altro punto importante del libro è la dialettica : Marx sia attraverso il ben parlare che attraverso l’apologia del comunismo (dalle accuse lanciate da parte dei borghesi, vedi cap.2) riesce a far comprendere ancora meglio la vera essenza del comunismo e riesce a persuadere chi legge perlomeno a riflettere su queste cose, poiché la società tuttora è capitalistica, consumistica, comandata da banche e da multinazionali in mano a privati, e il libro è attuale : solo con una rivoluzione da parte della classe oppressa che ormai è numericamente in maggioranza rispetto alla classe dominante si può provare a cambiare la società che purtroppo è diretta verso un vicolo cieco che ci porterà alla rovina e al degrado, e quindi, alla fine, poiché avremo la classe dominante sempre più ristretta e ricca e la classe oppressa sempre più numerosa e povera. 

Con l’aumento demografico, aumenta il bisogno di produrre e di consumare, quindi di vendere: a questo punto, il capitalista deve guadagnare di più per espandere i mercati e non può aumentare gli stipendi al proletario, perché i costi dell’industria salirebbero e le merci avrebbero prezzi troppo alti. Ma allo stesso tempo, senza un salario adeguato, il proletario non può nemmeno comprare ciò che è essenziale per vivere. E proprio il proletario deve sfruttare questo momento : si avranno crisi di sovrapproduzione, dato che nessuno potrà più comprare niente e il capitalismo andrà in frantumi, e, proprio in questo momento, i proletari dovranno prendere il potere per capovolgere la situazione.
L'opera si chiude con un appello : “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”
E’ un grido all’internazionalismo proletario, è un grido all’unione dei comunisti, all’associazione e alla preparazione della presa del potere che, in seguito all’analisi storica descritta nel libro, non tarderà ad arrivare, poiché prima o poi il sistema capitalistico crollerà attraverso le sue stesse mani (“Non sarà in grado di dominare, perché non sarà in grado di garantire la vita al proprio schiavo neppure entro i limiti della sua schiavitù, perché è costretta a farlo sprofondare in condizioni tali da doverlo poi nutrire anziché essere nutrita da lui” 1. Borghesi e proletari, p.22).

Vorrei chiudere la relazione con due espressioni che per me racchiudono l'ideale comunista :  
Il comunismo non è una dottrina ma un movimento; non muove da princìpi ma da fatti. I comunisti non hanno come presupposto questa o quella filosofia, ma tutta la Storia finora trascorsa e specialmente i suoi attuali risultati reali nei paesi civili. 
[F. Engels, ( Deutsche- Brusseler- Zeitung n. 80 del 7 ottobre 1847)] 

Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.  
(Karl Marx e Friedrich Engels. L'Ideologia tedesca, 1846).

prosegue Graziana Arcifa, classe 5 B

Ho confrontato le mie opinioni con la mia compagna Jessica l'altro giorno poiché anche lei ha letto questo libro. Per lei il testo era molto facile da comprendere, per me non lo è stato affatto. Ho acquistato il volume qualche mese prima della fine della scuola poiché era parte del programma di storia dell'anno scorso (il 1848) e dunque mi ha incuriosito, ma non ho cominciato subito a leggerlo. Poco tempo dopo ho letto dalla  lista della professoressa che questo libro era fra quelli consigliati per le letture estive e dunque ho deciso di cominciare a leggerlo. Non è stato semplice poiché non sono abituata a leggere testi del genere. Tuttavia la lettura del libro mi ha aiutata a comprendere meglio il rapporto fra le classi sociali del tempo, ma soprattutto ha risposto ad una mia domanda che mi aveva spinto a leggere il libro, e cioè "cos'è il comunismo? E' vero ciò che dice la gente a riguardo?" Dunque la lettura del libro mi ha aiutato a dare maggiori risposte e soprattutto spero sia stato utile a prepararmi al programma di storia che svolgerò quest'anno, ovvero lo studio del  '900

 riflessione di Jessica Zappalà, 5 B


Ho scelto di leggere questo libro per curiosità. Ho tanto sentito parlare durante la mia carriera scolastica di ‘comunismo’, ma non ho mai avuto forse il tempo  di estendere la mia conoscenza sull' argomento se non leggendo dei libri molto interessanti che avevano uno sfondo storico caratterizzato da questo movimento rivoluzionario. Una cosa che mi ha molto affascinato da sempre è la possibilità di uguaglianza sociale che ritrovavo sovente in questo argomento; forse è anche per questo che ho optato per questo libro in mezzo ad una lista di titoli altrettanto interessanti offertaci dalla  lista di letture estive.

Mi sono da sempre chiesta perché nel mondo esistessero delle disuguaglianze che comportavano stili diversi di vita e cambiamenti tal volta incisivi nella vita di ognuno rispetto ad un aspetto emblematico qual è quello del denaro nella nostra società; in poche parole mi chiedo perché esistono i ricchi e i poveri. E da cosa dipende questa divisione? (detto in maniera molto superficiale).

Questo libro, ha destato in me tanta curiosità perché ero certa di trarre almeno qualche chiarimento rispetto queste problematiche.
Il comunismo tra i suoi tanti scopi l’abolizione della proprietà privata, tipica del periodo borghese; questo scopo va di pari passo con la volontà di creare una società eguale in stile di vita, nazionalità, lavoro e produzione. Non si cadrà così fosse nel baratro dell’omologazione ?(tema molto attuale).I metodi con i quali Marx ed Engels si ripropongono di arrivare a  questi e ad altri scopi del partito operaio, sono però per certi aspetti preoccupanti: è giusto, dopo aver detestato l’oppressore borghese, succube del capitale, passare dall’essere un oppresso all’essere, anche solo per una prima fase, una dittatura? I due filosofi dicono infatti che l’unico modo per far accadere la rivoluzione che loro aspettano, è quella di intervenire ‘per mezzo di interventi dispotici nel diritto di proprietà e nei rapporti borghesi di produzione’; questo è l’unico modo per il sovvertimento dell’intero sistema produttivo a favore del ceto operaio pronto a prendere il posto al vertice del potere politico… ma, il potere politico non è altro che ‘il potere organizzato di una classe per l’oppressione di un’altra’?

E’ probabile che io abbia questi dubbi perché, anche avendo letto a fondo queste poche pagine, non conosco l’andatura globale del periodo storico nel dettaglio, e non ho ancora delle nozioni filosofiche che mi aiutino nella comprensione del messaggio degli autori.

Sono però molto contenta della scelta dell'opera, in quanto ha accresciuto ulteriormente in me la curiosità e la voglia di saperne di più su questo fenomeno storico molto importante. Nel libro è spiegato in maniera eccellente il motivo della sicura disfatta borghese, ma la società odierna mi ricorda molto la descrizione del libro e i gap presentati da esso di questa affrettata svolta economica; dunque storicamente, esiste la fine del ceto borghese?
Queste sono risposte a cui potrò accedere solamente documentandomi nel corso di quest’anno scolastico. 

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