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lunedì 28 ottobre 2013

la dialettica hegeliana: vero è l'intero








"II boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe
dire che quello vien confutato da questa;
similmente,
all'apparire del frutto,
il fiore vien
dichiarato una falsa esistenza della pianta,
e il frutto subentra al posto del fiore come
sua verità.
Tali forme non solo si distinguono, ma
ciascuna di esse dilegua anche sotto la spinta
dell'altra, perché esse sono reciprocamente
incompatibili. Ma in pari tempo la loro fluida
natura ne fa momenti dell'unità organica, nella quale 
esse non solo non si respingono, ma sono anzi
necessarie l'una non meno dell'altra; e
questa eguale necessità 
costituisce ora la vita del
l'intiero".
Fenomenologia dello spirito, vol. I, p. 2.
Il vero è l'intero 
"Il vero è l'intiero. Ma l'intiero è soltanto l'essenza 
che si completa mediante il suo sviluppo.
Dell'Assoluto devesi dire che esso è
essenzialmente Resultato,che solo
alla fine
è ciò che è in verità; e proprio in ciò consiste la
sua natura, nell'essere effettualità, soggetto
o divenir-se-stesso. Per quanto possa sembrare
contraddittorio che l'Assoluto
sia da concepire essenzialmente come resultato,
basta tuttavia riflettere alquanto
per rendersi capaci di questa 
parvenza di contraddizione. Il cominciamento, 
il principio o l'Assoluto, come da prima e
immediatamente viene enunciato, è solo l'Universale.
Se io dico:«tutti gli animali», 
queste parole non potranno mai valere
come una
zoologia; con altrettanta evidenza balza agli occhi
che le parole «divino», «assoluto», «eterno», ecc.
non esprimono ciò che quivi è
contenuto; e tali parole in effetto non esprimono
 che l'intuizione, intesa come l'immediato.
Ciò che è più di tali parole, e sia pure il
passaggio a una sola proposizione, contiene un 
divenir-altro che deve venire ripreso, ossia una 
mediazione".
Fenomenologia dello spirito,
vol. I, pp. 1

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