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domenica 1 settembre 2013

La percezione estetica




Quando si parla di terapia psicologica si pensa che il problema del paziente sia dentro di lui, si parla di dinamiche intra-psichiche, intra-soggettive. Con le terapie di gruppo e della famiglia il disturbo viene estensivamente collocato nelle relazioni sociali del soggetto, nell'intento di individuare problemi inter-soggettivi. In entrambi i casi la realtà psichica rimane confinata nel soggettivo, mentre il mondo si considera esterno e materiale, privo di vita e di valore, escluso da ogni efficace e rigorosa applicazione terapeutica. 
Ma siamo certi di essere sulla giusta strada? Possiamo curare l'uomo togliendo l'anima al mondo che lo circonda? Possibile che l'anima sia confinata solo nell'essere umano e tutto il resto sia vuota, vana materia? Non sarebbe questo un vivere errando perennemente inquieti all'interno di un cimitero?

E' questa la provocazione di James Hillman, con cui voglio chiudere (dopo averli nello stesso modo aperti) questi pochi interventi di un' estate ormai agli sgoccioli. Non è facile mettere da parte la dimensione del soggetto che Cartesio, Locke e Kant ci hanno trasmesso, ma è certamente interessante provare a guardare le cose da un altro punto di vista e coltivare una percezione estetica delle cose.


"Il mondo esiste in forme, colori, atmosfere, qualità tattili: un'ostensione di cose che si autorappresentano. Tutte le cose mostrano un volto(...) In quanto forme espressive, le cose parlano; mostrano nella forma lo stato in cui sono. Si annunciano, testimoniano della propria presenza: "Guardate, siamo qui". Questa immaginativa richiesta di attenzione è il segno di un mondo infuso d'anima. Non solo: a sua volta, il nostro riconoscimento immaginativo, l'atto fanciullesco di immaginare il mondo, anima il mondo e lo restituisce all'anima (...)"



“Nella psicologia di Aristotele l’organo dell’ aisthesis è il cuore, i percorsi degli organi di senso arrivano lì: è lì che l’anima “prende fuoco”. Il pensiero di quel cuore è intrinsecamente estetico e sensorialmente legato al mondo. Questo legame tra il cuore e gli organi di senso non è semplice sensazionismo meccanico: è un legame estetico. E infatti, in greco, l’attività di percepire o di sentire è aisthesis, la cui radice significa “assumere” e “inspirare” - un rimaner senza fiato, la risposta estetica primaria.” 
 

James Hillman, Anima Mundi

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