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giovedì 29 novembre 2012

Una lezione di democrazia


Farid Adly, ospite del nostro liceo il 27 novembre, ci ha consegnato ancora una volta una preziosa  lezione di democrazia. Spazzando via tanti luoghi comuni sulla realtà sociale e politica della nuova Libia, libera dalla presenza di Gheddafi e impegnata nell'edificazione di un futuro costituzionale e democratico, ci ha ricordato che il corso necessario del cammino di un popolo che si libera dalla dittatura è positivamente possibile solo se illuminato da una ragione lungimirante e consapevole dei bisogni dell'intera popolazione. In un Paese in cui era assolutamente assente qualunque possibilità di informazione libera e di dissenso al regime, donne, ragazzi, giovani sono coraggiosamente scesi in piazza per chiedere la Libia della verità e della giustizia, lanciando a tutto il mondo la forza di un esempio di reale impegno democratico nato dalla società civile.


Ci associamo agli auguri di Farid alla sua terra, grazie ancora Farid!





"Democrazia non è soltanto andare a votare, seguire i dibattiti in TV e fare qualche chiacchierata con gli amici al bar; democrazia è partecipare alla costruzione dello Stato e renderlo vitale, tramite strutture collettive di base come partiti, sindacati e organizzazioni della società civile"





"Adesso si apre di fronte alle forze laiche arabe un percorso ancora in salita. Ma in questa battaglia il punto di forza è la conquistata democrazia e la certezza che le giovani generazioni che hanno abbattuto i tiranni saranno capaci di disarcionare eventuali regimi oscurantisti. La superiorità del laicismo è nella sua apertura ugualitaria alla società tutta e nel suo essere legato a valori terreni, non sovrannaturali. Un conto è dire che l'Islam è la religione di stato e un altro è dire che l'Islam è la fede della maggioranza dei cittadini. Un altro ancora sostenere che lo Stato è islamico. Il secondo caso fotografa una realtà, gli altri due sono solo visioni ideologiche" 



Farid Adly collabora con il Corriere della Sera e il Manifesto. Negli anni Settanta ha fondato a Milano il periodico dedicato al Medio Oriente Al-Sharara (La Scintilla). Ai tempi dell'Università è stato il Presidente del Movimento degli Studenti Libici in Europa (GULS). Nel 1980 ha fatto la storica esperienza pionieristica della trasmissione di Radio Shaabi, la trasmissione in lingua araba realizzata da Radio Popolare. E’ direttore dell’agenzia stampa bilingue ANBAMED. Dopo la primavera araba ha scritto il saggio La rivoluzione libica, interessante ricostruzione della storia del suo paese dall'indipendenza alla rivoluzione popolare del 2011 (da questo testo sono tratti i brani sopra riportati)

2 commenti:

  1. “Una finestra sul presente”: ecco come definirei l’incontro con Farid Adly !Questi ,testimone privilegiato della triste e longeva parentesi del fondamentalismo arabo, ha fatto sì che anche noi auditori ci sentissimo privilegiati . Quello del privilegio non è affatto un concetto gonfiato o esasperato, personalmente credo che non capiti tutti i giorni di potersi confrontare con qualcuno che abbia provato sulla propria pelle quei soprusi “psicologici” a cui ricorrono spietatamente i governi monarchico-dittatoriali e di cui spesso sentiamo ai mass-media. Un incontro di tale calibro non desta l’attenzione dei partecipanti, così come avviene ascoltando un telegiornale, magari a tavola insieme alla propria famiglia;dinnanzi a testimonianze toccanti, come quelle di Farid, nessuno può fare a meno di alimentare una riflessione e maturare di conseguenza un proprio pensiero; questo è ciò che io ho provato! All’interno della mia riflessione un posto rilevante è occupato dalla convinzione secondo la quale anche i Paesi all’avanguardia dovrebbero continuamente escogitare nuove tecniche di preservazione in favore della sacra democrazia, perché “chi dorme in democrazia , si sveglia in dittatura!” La democrazia è come una donna, prima va conquistata e poi gelosamente custodita e rispettata . Con l’auspicio che le mie parole possano raggiungere l’iperuranio!

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  2. Scrive Gabriella Gullotta:
    "Mi piacerebbe incontrarlo a scuola perché ascoltare
    l'esperienza di una
    democrazia desiderata e costruita a prezzo del sangue o dell'esilio
    può
    essere molto educativo per i ragazzi (e non solo) perché consideriamo
    la nostra democrazia(per quanto imperfetta è sempre una democrazia)
    assolutamente scontata e gratuita e quindi massacrabile magari con
    l'anarchia (vedi alcuni esempi di autogestione per giocare con la
    plystation etc...)"

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