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sabato 10 novembre 2012

il male dentro



Nel mondo il male esiste, dentro all'uomo, mescolato alla vita. E' necessario saperlo, e fare ogni cosa possibile per agire in positivo. Pensare di più, e altrimenti, scrive Paul Ricoeur: la filosofia morale è pratica e dialettica, il problema del male va affrontato attraverso le azioni complementari del pensare, dell'agire e del sentire


Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore, 2009






noi e il male nel mondo: cosa possiamo aggiungere?

4 commenti:

  1. Leggere il titolo "il male dentro" mi ha fatto pensare alla filosofia orientale dello Yin e dello Yang: sfruttato anche incoscientemente, tra le tante interpretazioni di questo simbolo c'è quella di non poter considerare il mondo interamente composto di bene o male: ci sarà sempre una piccola parte di male nella vastità del bene (il puntino nero nella metà bianca) e viceversa. Nonostante ciò, i due sono complementari (altrimenti il cerchio della figura non sarebbe completa). Penso che questa complementarità sia necessaria a farci "vivere" davvero, altrimenti la dimensione umana si appiattirebbe riducendosi ad una Mistery Place medievale inglese. Sperimentare il male fa assaporare meglio il bene ricevuto, pertanto proporrei di imparare a conviverci, invece di negarlo. Con questo commento non voglio giustificare il male,anzi, vorrei evidenziare la sua inscindibilità dalla nostra persona, e sta proprio a noi scegliere in che direzione muovere i nostri passi.

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  2. Tornando alla filosofia di Eraclito, secondo la quale per ogni cosa abbiamo un opposto che non ci sarebbe se questa non ci fosse, dico che il bene senza il male non ci sarebbe. Il male sempre ci sarà..Lo attribuisco anche all' "odio" o "inimicizia" di Empedocle; il male fa' parte del cosmo, se non ci fosse, ci sarebbe unità assoluta e quindi morte; ma la stessa cosa avverrebbe se ci fosse soltanto il male, quindi molteplicità, e morte. Quindi concludo dicendo che il male fa' parte dell'essere, del mondo, e della vita. Il nostro obbiettivo, è ridurlo il più possibile, anche perchè è veramente difficile, se non impossibile, eliminare completamente il male.

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  3. Nella visione induista il Signore di ogni esistenza viene visto come Creatore Universale ma anche come Distruttore Universale. Contrariamente alla visione cristiana che relega il male all'inferno, creando una scissione insanabile e spaccando a metà l'essenza stessa dell'uomo e di Dio, nell'induismo l'Essere Universale realizza sè stesso attraverso un'immensa creazione e un'immane distruzione.
    E ben si capisce che se l'Essere Eterno presenta questi due aspetti, riconducibili al bene e al male, come potrebbe non presentarli l'uomo che è una sua creatura?

    "In ogni modo una cosa è certa: non soltanto nel mondo non c'è costruzione senza distruzione e non esistono armonie se non attraverso un equilibrio di forze opposte, ma inoltre ogni vita, per sussistere, esige costantemente nutrimento, quindi di divorare altre vite. Fin dal principio della vita sembra che sia stato dettato questo comandamento:< non conquisterai nulla senza combattere contro i tuoi simili e contro l'ambiente che ti circonda; vivrai esclusivamente mediante la battaglia e la lotta, assorbendo altre vite in te. La prima legge di questo universo che io ho fatto è: creazione e conservazione attraverso la distruzione>. La guerra e la distruzione non sono un principio universale della nostra vita nel suo aspetto puramente fisico, esse dirigono anche la nostra esistenza mentale e morale. Appare evidente che nella vita intellettuale sociale, politica e morale dell'uomo non possiamo avanzare di un solo passo senza incontrare lotta e battaglia tra ciò che esiste e vive e ciò che cerca di vivere e d'esistere, e tra tutto ciò che si cela dietro a questi due partiti.
    Vi sono ben poche religioni che abbiano il coraggio di dire, senza riserve, come fecero quelle dell'India, che tale enigmatica potenza cosmica è una divinità unica, e di presentare l'immagine della forza che agisce nel mondo non soltanto nelle sembianze della benefica dea Durga, ma anche in quelle della terribile dea Kalì, dicendo: < anche questa è la Madre; sappi che anche questo è Dio; anche questo, adoralo se ne hai il coraggio>.
    Tutto ciò non significa che la guerra e la distruzione siano l'alpha e l'omega dell'esistenza, che l'armonia non sia superiore alla guerra, che l'amore non manifesti il divino più della morte, o che noi non dobbiamo cercare di sostituire alla forza fisica la forza spirituale, alla guerra la pace, all'odio l'amore, alla morte la vita immortale. Dio non è soltanto il Distruttore, è anche l'amico della creature; non è soltanto la trinità cosmica, ma anche il Trascendente; la terribile Kalì è anche la Madre amorevole e benefica. Dovunque Egli ci conduca, attraverso lotte, conflitti e confusione, qualunque sia lo scopo, lo stato divino verso cui Egli ci attira, si tratta certamente di una Trascendenza che oltrepassa tutte quelle apparenze duali su cui ci siamo così lungamente soffermati."
    Il virgolettato è di Sri Aurobindo, filosofo e mistico indiano, 1872-1950.

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  4. Il Male è insito nella natura umana sin dalla notte dei tempi.
    Che vi si attribuisca la causa di tale elemento ad un entità o ad un principio metafisico,il Male,secondo la mia opinione,si accompagna (quasi) sempre all’ignoranza.
    Chi ignora il Bene comune non può che agire tentando di ottenere quello personale, il quale serve a soddisfare un piacere egoistico, anche a discapito degli altri.
    Dunque,come sosteneva Socrate, l’umanità non si divide in persone perfettamente buone o incredibilmente malvagie,bensì in coloro che conoscono il Bene e mirano al suo raggiungimento e coloro che,ignorandolo,non possono che ricercare un Bene illusorio,apparente,quello dell’ Io,non quello di Tutti.

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