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venerdì 9 novembre 2012

fatti e interpretazioni


 Se esistesse solo quello che viene conosciuto, allora ciò di cui si sono perse le tracce, fosse anche il peggiore dei delitti, non sarebbe mai esistito. Si potrebbe riprodurre questo ragionamento a proposito della percezione: se la percezione non contasse e contassero solo gli schemi concettuali, allora ogni evidenza potrebbe essere negata. Non si tratta in alcun modo di tornare alla percezione come verità, perché l'esperienza degli inganni sensibili, o del fatto che può essere vero anche ciò che non percepiamo, è troppo ovvia per chiunque. Ma di sapere che, per nostra disgrazia ma soprattutto per nostra fortuna c'è sempre qualcosa, lì fuori, che ci sorprende e che resiste, eccedendo i nostri schemi concettuali e i nostri apparati percettivi, e ci assicura che il mondo vero non è diventato una favola, cioè anzitutto che il male e il bene non saranno dimenticati o confusi.


Maurizio Ferraris





dal saggio Bentornata realtà

1 commento:

  1. La percezione avviene quando riceviamo stimoli dal mondo esterno in maniera attiva e quindi li riordiniamo, li rielaboriamo e diamo loro anche un significato soggettivo. Dunque, non dobbiamo restare passivi di fronte a ciò che ci accade ma dobbiamo cercare di dare un senso ad ogni evidenza, ponendoci delle domande e cercando di elaborare delle risposte. Inoltre non si deve essere passivi di fronte alle percezioni altrimenti non impareremo nulla da quello che accade intorno a noi poiché credo che ogni cosa avvenuta è importante per imparare dai nostri errori. Nonostante questo, non dobbiamo distoglierci dal mondo vero poiché non diventerà mai una favola; il bene e il male sono due entità che coesisteranno sempre nel mondo e quindi non si mescoleranno mai e nessuna delle due trionferà del tutto sull'altra.

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