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giovedì 10 gennaio 2013

Intelletto e volontà nel raggiungimento del bene


L'uomo considerato non solo nella sua corporeità, ma anche come intelligenza e volontà, è da sempre il soggetto di ogni riflessione etica.


Possono da sole ragione e  conoscenza guidare verso il bene, come riteneva Socrate con il suo "intellettualismo etico"? 
Oppure è fondamentale il ruolo della volontà che guida, costringe, obbliga, secondo "l'etica dell'intenzione" che ci viene indicata  dall'imperativo kantiano?

Riflettiamo sulle due proposte:

Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.

Socrate, in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III sec.


 "Agisci in modo che la volontà, con la sua massima, possa considerarsi come universalmente legislatrice rispetto a se stessa".


I. Kant, Critica della Ragion pratica,1788

5 commenti:

  1. Sulla Debolezza e Fragilità umana. Qualche giorno fa in TV seguivo un programma in cui,tra gli ospiti,c'era lo psichiatra Vittorino Andreoli,che raccontava il suo libro "L'uomo di vetro". L'argomento mi ha subito preso. In maniera semplice cercava di spiegare la differenza tra la fragilità dell'uomo e la sua debolezza scindendo bene le due definizioni.
    Ho riflettuto su una delle espressioni utilizzate : da sempre all'uomo viene insegnato che deve nascondere le debolezze, mascherare i difetti che altrimenti (a detta di molti) offuscherebbero i pregi, cresciamo così rafforzando in noi questa convinzione ma in realtà la nostra fragilità dovrebbe diventare un punto di forza...se consideriamo che fragile deriva dal verbo frangere, che può rompersi, bene... ne deriva che ci viene inculcato che tutto ciò che è fragile dev'essere nascosto, ben conservato, non mostrato perchè potrebbe rompersi in qualsiasi momento e peggio ancora ci inculcano che è meglio rompere che...esser rotti,frantumati in mille pezzetti…
    Chi è fragile non è detto sia debole, mentre chi è debole puo' essere anche fragile.
    La persona fragile crolla con poca stimolazione negativa, ma spesso si ricompone e reagisce meglio di prima.
    La persona debole non riesce mai ad imporsi né su se stessa, né come imperativo della sua vita. Essere fragili, per una persona debole corrisponde spesso a lasciarsi andare a condotte autodistruttive.

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  2. Per raggiungere il bene, a mio parere, bisogna anche avere una forza di volontà elevata..
    Sto leggendo un libro di aforismi sulla pace di Gandhi, mi sta piacendo tantissimo, e sta accrescendo il mio amore e interesse per la pace e per la non-violenza. Gandhi dice che bisogna avere, oltre ai buoni ideali, alla ragione (anche se non nomina la conoscenza, perché non è indispensabile), all'amore per quello che si fa, e al coraggio, una grandissima forza di volontà, che deve portare chi crede nel raggiungimento di questo scopo, a raggiungerlo, o comunque in ogni caso a tentarci sempre, fino alla morte.
    E' vero che senza ragione - e direi che un bel po' di conoscenza ci sta - e volontà non si raggiungerà nulla, anche se io aggiungo la passione e la fiducia nei propri mezzi: queste ultime due serviranno tantissimo nella costruzione del proprio futuro, e quindi nella realizzazione dei propri sogni, e per ognuno di noi, nel raggiungere il proprio "bene", anche se credo che tutti dobbiamo raggiungere un bene comune, che è quello della pace e del rispetto tra tutti.

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  3. Disciplinare il nostro “io”, plasmare la nostra personalità, guidare la nostra condotta di vita avvalendoci della ragione, riflettendo molto e dialogando con noi stessi: niente di più vero, questo è ciò che ci distingue dagli altri esseri viventi!
    Come non restare affascinati da SOCRATE, quando nella sua filosofia responsabilizza l’uomo e la sua coscienza, reputandolo capace, ogni qualvolta se ne presenti l’ occasione, di stabilire ciò che è bene e ciò che è male, premettendo che per lui tutti agiscono con lo scopo unico di essere felici, e per tale motivo tendono ad eccellere ed a comportarsi in modo virtuoso. Capita tuttavia che a volte qualcuno non ricerchi dentro di sè, non ragioni, e non trovi quindi con la riflessione critica ciò che è giusto fare: ecco allora che si comporta male e non è felice, egli lo fa perché non conosce il bene, non è malvagio è solo ignorante. Credo sia questa la parte più debole della teoria di Socrate, perché basta guardarsi intorno per vedere che anche chi conosce il bene può NON VOLERLO! Binomio indispensabile per essere virtuosi diventa quindi la conoscenza - volonta’.
    Sono convinta che dare priorità alla nostra “ragione” e fermezza alla nostra “volontà” è sicuramente il modo più idoneo per combattere ciò che ci fa star male e minaccia quotidianamente la nostra felicità, credo tuttavia sia indispensabile sganciarsi dal situazionismo di Socrate, che vede il bene ed il male cambiare di volta in volta, poichè ritengo necessaria l’esistenza di valori, che vanno al di là delle nostre coscienze e valgono per tutti, se non vogliamo incorrere nel rischio di giustificare anche le cose più atroci.
    Marta Di Bernardo

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  4. I vizi vengono percepiti in ogni tempo come delle "inclinazioni negative" dell'animo umano. Essi si contrappongono alle virtù che invece promuovono la crescita dell'individuo. Contrastare l'attitudine dell'animo umano a commettere azioni che possono essere ricondotte a scelte viziate è compito della volontà di ciascuno.

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  5. Per Socrate ogni bene è esempio di vita e, dunque, esercizio della ragione. Solo gli uomini che usano la ragione si avvicinano a comprendere ciò che è bene giorno dopo giorno attraverso la ricerca continua. Questa concezione prende il nome di “intellettualismo etico”. Tale posizione, però, sarà condannata da Aristotele il quale afferma che è vero che Socrate ha dato importanza alla ragione presente nell’uomo, però ha trascurato la volontà; non è vero che l’uomo persegue il bene solo se lo conosce, ma se lo vuole; infatti non basta conoscere il bene ma bisogna anche volerne la realizzazione. Pertanto possiamo dire per concludere che sì, è importante educare la persona, metterla in guardia davanti ai pericoli e a conoscenza dei rischi e dei vantaggi delle scelte che farà. Ma bisogna anche che ci sia la forza di volontà a spingere il soggetto a motivare la sua conoscenza distinguendo il bene dal male e ad agire di conseguenza.

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